Il maledetto Covid ha posto fine anche all’esistenza di un’altra persona a me molto cara. Maria Grazia Di Gasparro, per tutti ‘Graziella’, venuta a mancare presso il Covid Hospital di Maddaloni lo scorso 16 dicembre. La "pasionaria di Terra di Lavoro" aveva ottantasette anni, ma a vederla e sentirla era rimasta vivace e combattiva come una ventenne, nonostante le molte e dure prove che la vita le aveva riservato. E sì che Graziella aveva combattuto, tutta la vita, a partire dalla sua menomazione fisica per la quale era stata sottoposta sin da piccola a tutta una serie di dolorose operazioni chirurgiche e ricoveri negli ospedali di una Roma già colpita dalla guerra, guerra che poi si era ritrovata in casa, a Cave di Conca della Campania, occupata dai tedeschi in ritirata. Qui si compì la tragedia che l’avrebbe segnata per tutta la vita: l’assassinio del padre Giacomo da parte di un reparto della Divisione Hermann Gòring nel corso di una feroce rappresaglia contro i civili di Cave di Conca, avvenuta in località Faeta la mattina del 1° novembre 1943.
Tra le sofferenze fisiche della sua disabilità e quelle psicologiche dovute alla perdita dei genitori e, soprattutto, all’indifferenza della gente e alla pervicace rimozione dell’accaduto da parte del paese, Graziella ha trovato la forza di reagire nel modo migliore, prendendo l’iniziativa, dandosi da fare con spirito battagliero e aperto alla vita e alle relazioni sociali. Pur non potendosi spostare dalla sua casa, quando non c’era ancora internet si procurò un ‘baracchino’, una radio a onde corte con la quale comunicava di continuo con gli altri radioamatori. Fu lei che, all’indomani del terremoto dell'80, si fece carico di sollecitare i soccorsi e di dare informazioni sulla situazione di Conca della Campania e del territorio circostante. Ma la vera battaglia rimaneva quella di “testimone della verità” per il recupero della memoria e il ristabilimento di una giustizia negata. Per questo, a partire soprattutto dal ritrovamento dell’“armadio della vergogna”, cominciò a scrivere e telefonare agli organi istituzionali, ai giornali, agli enti di ricerca.
Nel 2001 arrivò una sua telefonata all’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, che allora aveva la sede in Piazza del Gesù a ascoltare il suo racconto. Da quell’incontro nacque l’idea di realizzare una grande mostra fotografica e documentaria sul tema delle stragi naziste nel Casertano che prese il nome di Erba rossa proprio dal racconto di Graziella, che aveva visto intrisa di rosso sangue l’erba cresciuta sul luogo della strage. Il successo della mostra, esposta in numerosi comuni e scuole della Campania e conosciuta anche in Germania, fu dovuta anche alla grande pubblicità che le diede Graziella, inviando i cataloghi dappertutto e dandone notizia attraverso internet sui sodai ai quali dedicava molto tempo. Da allora è stato tutto un susseguirsi di incontri, manifestazioni per le Giornate della Memoria, articoli e libri di memorie, mentre la ricerca sul tema faceva grandi progressi.
Anche il comune di Conca della Campania cominciò a celebrare regolarmente ogni 1° novembre l’anniversario della strage.
Nello stesso tempo nasceva anche un’altra iniziativa che aveva come punto di riferimento Graziella. Il regista Luca Gianfrancesco, con la collaborazione di Giuseppe Angelone e di un gruppo di storici contemporaneisti, iniziò le riprese di un docufilm, che prese il titolo di Terra bruciata!, la cui trama di fondo era costituita dalla vicenda di Graziella e dalla strage di Faeta. Nello stesso tempo Graziella si diede da fare perché si realizzasse un monumento a ricordo delle vittime. Il comune accolse la sua richiesta e il monumento fu realizzato nella frazione di Cave. All’inaugurazione del monumento, avvenuta il 1° novembre del 2016, intervenne anche Susanne Wasum Rainer, l’ambasciatrice della Germania, alla quale Graziella lesse un vibrante messaggio di ringraziamento, con l’augurio che crimini come quelli avvenuti a Conca non dovessero mai più ripetersi. La scena dell’inaugurazione del monumento e i discorsi di Graziella e dell’ambasciatrice sono significativamente contenute nelle sequenze finali di Terra bruciata!, film estrema mente coinvolgente, che ha ottenuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero e nel quale Graziella svolge un ruolo da protagonista.
Una grande combattente, Graziella, dal carattere duro, che non faceva sconti a nessuno e che avrebbe sicuramente continuato la sua battaglia per la verità e la giustizia con nuove iniziative e nuovi progetti, come la trasformazione della sua abitazione in una casa-museo, idea per cui aveva cominciato a contattare diversi enti e associazioni, progetti che un destino crudele ha stroncato per sempre. Con lei si chiude una fase, pioneristica e coraggiosa, del difficile percorso del recupero della memoria degli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale in Terra di Lavoro, mentre in tutti noi rimane il dolore per la sua perdita e il rimpianto di ciò che ancora si sarebbe potuto fare grazie al suo vivace e inesauribile spirito d’iniziativa.
** Tratto da Il Caffè dell’8 gennaio 2021 |