1945: un Primo Maggio speciale di Mario Pignataro
Occorre anzitutto ricordare che, anche se l’Italia era ormai completamente liberata, il 1° maggio del 1945 sul fronte esteuropeo e nel Pacifico la seconda guerra mondiale era ancora in corso. E che quella guerra - costata ben oltre 50 milioni di vite - ha causato in provincia di Caserta circa 7000 caduti, oltre 700 dei quali vennero trucidati dai nazisti fra il 1943 e il '44, mentre furono 513 i militari caduti o dispersi nei lager tedeschi. Ma in Italia c'è stata, il 25 aprile 1945, la Liberazione, e il 1° maggio di quell'anno sono ben 24 le manifestazioni indette nella provincia di Napoli (Caserta sarà ricostituita provincia soltanto 40 giorni dopo. I'11 giugno 1945). La Camera del Lavoro è operativa a Caserta, ma anche a Santa Maria Capua Vetere, Sessa Aurunca, Capua; nel contempo si sviluppa la "Confederterra", che organizza i contadini e le cooperative che puntano all'occupazione delie terre.
Ma l'organizzazione della festa dei lavoratori è seguita soprattutto da comunisti, socialisti e democristiani. I partiti si andavano riorganizzando per zona: il 7 novembre 1944 il PSI tiene il congresso provinciale presieduto da Pietro Nenni, che ebbe come risultato, fra l'altro, la divisione fra Caserta e Napoli per zone di competenze. La segreteria eletta è composta dà Giuseppe Baffone, Umberto Merola e Alberto Jannone. Precedentemente, il 22 ottobre 1944, previo accordo fra la federazione comunista di Caserta e quella di Napoli, c'era stata la conferenza di organizzazione del P.C.I. per le sezioni oltre il Volturno (zona di Caserta) e di Piedimonte (presenti Cacciapuoti, Valenzi e Maglietta). Comunque, mentre da più parti si lavora incessantemente per riavere la provincia, per il 1° maggio 1945 si tengono manifestazioni a Caserta (con Paolo Fissore, Viscaro e Numeroso), ad Aversa (con Danesi, Benvenuto e Rodino), a Capua (con Ingangi, Manes e Passeggia), a Santa Maria C.V. (con Mario Alicata; Farina e Piscitelli), a Sessa Aurunca (con Ennio Villone, Corrado Graziadei e Piscitelli) e ancora a Piedimonte, Grazzanise, Marcianise, Maddaloni, Albanova, San Marco Evangelista, Santa Maria a Vico. Le notizie qui riportate le ho tratte dal libro di Peppino Capobianco Sulle ali della democrazia, ristampato con "la storia del P.C.I. (1943/47)"; il 1° maggio del 1945, infatti, non mi trovavo a Caserta, ma ero ancora a Firenze quale interprete presso un Comando delle forze Armate Americane. Qui ritornerò solo ai primi di giugno, e riprenderò ì contatti col partito e la Camera del Lavoro.
In quel periodo il problema da affrontare è il lavoro. A Piedimonte si organizzano manifestazioni delle operaie delle Cotonerie Meridionali per la ripresa del lavoro mentre i ferrotranvieri pongono i problemi relativi alla propria categoria. I reduci cominciano a reclamare un lavoro. A San Leucio le fabbriche sono ferme e gli operai vengono mandati a casa. I pochi che lavorano con le forze alleate vengono gradualmente licenziati. Gli unici che, in quel periodo ottengono risultati concreti sono i contadini, ma soltanto grazie al ricorso alla lotta e alle occupazioni: a Nocelleto di Carinola si registrano occupazioni delle terre già il 18 febbraio e poi ancora il 30 aprile del 1945; il 16 maggio dello stesso anno la Commissione istituita presso il Tribunale di Santa Maria C. V. assegna alle cooperative 50 ettari di terra ma, dopo soli 15 giorni, il 31 maggio, risultano assegnate alle cooperative, secondo la legge Gullo, 325 ettari.
L'agricoltura si conferma settore trainante delle nostre zone: dal censimento del 1951 si evince che il 60% della popolazione attiva è impiegata nell'agricoltura, che conta 150.000 lavoratori contro 17.000 addetti dell’industria. lo trovo provvisoriamente lavoro presso gli Americani come interprete di inglese e tedesco (gli Americani avevano dei prigionieri tedeschi). Siamo in tre, divisi in turni di 24 ore. Un giorno di lavoro e due liberi. Riprendo contatto col P.C.I. e comincio a riorganizzare i tessili e a interessarmi anche di altre categoria: edili, canapieri, pastai ecc. Nell'ottobre del 1945 la segreteria della Camera del Lavoro, ormai ritornata provinciale, è composta da Attilio D'Angelo socialista, segretario responsabile, Raffaele Postiglione, democristiano e impiegato della Sopral, e il sottoscritto, comunista, segretario. Ha inizio così la mia attività politica e sindacale.
** Tratto da Caffè del 30 aprile 2010 |