Cangiano voleva mettere mano al piano regolatore e bloccare una serie di appalti concessi senza gare regolari ad imprese vicine alla camorra.
La tragedia. Il 4 ottobre 1988, in piazza Petrillo, "Tonino" Cangiano fu ferito alle gambe in un agguato di camorra e da allora era stato costretto a vivere su di una sedia a rotelle. Intanto la situazione politica del paese precipitava e il consiglio comunale venne sciolto nel 1991 con decreto del presidente della Repubblica per infiltrazione mafiosa.
Il 21 novembre 1993, dopo due anni di commissariamento, si tornò alle urne: con la nuova legge elettorale, per la prima volta, il sindaco sarebbe stato eletto direttamente dai cittadini e non dai partiti presenti in consiglio. A pochi giorni dalla scadenza per presentare le liste il parroco di Casapesenna, don Luigi Menditto, e alcuni esponenti dei comitati dei cittadini proposero a Cangiano di candidarsi a sindaco per la lista civica Insieme per Casapesenna, espressione della società civile, delle associazioni dei cittadini e dell'Azione Cattolica.
La vittoria. Cangiano divenne sindaco con 4.000 voti. Ma la gioia durerà poco: dopo neanche due anni il primo cittadino, evidentemente stanco delle minacce e delle pressioni della camorra, sarà costretto alle dimissioni e l'ente nuovamente sciolto dal Governo.
Con gli anni le condizioni di salute di Cangiano erano peggiorate, fino alla completa amputazione degli arti inferiori e alla prematura scomparsa. I funerali si sono tenuti ieri nella chiesa parrocchiale S. Croce di Casapesenna.
Il messaggio ai giovani. A giugno, in occasione delle elezioni comunali, Cangiano aveva dichiarato il suo appoggio alla lista civica Insieme per Cambiare: "Ci vuole un forte ricambio nella gestione della cosa pubblica, c'è bisogno della discesa in campo di giovani di buona volontà che vogliono bene al proprio paese e vogliono impegnarsi per fare la cosa giusta, siamo arrivati al punto di non ritorno, è ora di migliorare la vita della gente del nostro territorio. I giovani non devono disinteressarsi alla politica perché è la politica che decide come devono vivere, se devono avere un posto di lavoro, se devono sperare di potersi costruire una casa e formarsi una famiglia. I giovani devono capire che ormai non possono più stare a guardare, devono fare. Sono i giovani i veri portatori di nuove idee. Sono i giovani che non conoscono i compromessi.
Diventa Sindaco di Casapesenna, nel 1993 con un plebiscito di voti. E diventa subito il fulcro principale, anche di molti giovani che si affacciavano per la prima volta in politica. Un grande uomo, pronto a dare sempre il suo consiglio. |