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• Cronologia |
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Il PCI in Terra di Lavoro: dalla nascita allo scioglimento della Provincia a cura di Pasquale Iorio |
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Durante il periodo fascista e Resistenza |
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IL PROLETARIO |
- per gli articoli di fondo, M. Semeraro (democratico di ispirazione marxista)1; |
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1 maggio 1954 a Caserta con Michelina Vinciguerra, la moglie di Mario Pignataro e Nella Marcellino, da Eno D'Onofrio |
19 ottobre 1944 Decreto del Ministro Gullo per la concessione di terre incolte e mal coltivate a braccianti e contadini poveri e riuniti in cooperative. |
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Il 18 febbraio 1945 si ebbe la prima occupazione di terre incolte a Nocelleto. A partire dai primi mesi del 1945 si ebbero le occupazioni delle terre, che continuarono fino a giungere alle grandi rivolte dell’inverno 1949 Da Pantano di Sessa A. fino alla zona di villa Literno). Nella nostra provincia sono state specifiche l’ampiezza e la continuità delle lotte per i contratti agrari. Caso unico nella storia fu la conquista della legge di riduzione dei canoni di affitto a canapa, di cui Terra di Lavoro è stata uno dei centri di produzione a livello mondiale per la trasformazione industriale. |
Il 2 giugno 1946 vi fu il Referendum Costituzionale, con la vittoria della Repubblica a livello nazionale; ma con esiti negativi in Campania ed in particolare in Terra di Lavoro, dove prevalse la Monarchia. In quella fase venne ricostituita la Segreteria della Federazione, con la riorganizzazione dei gruppi dirigenti delle principali sezioni. |
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1948 - La sezione del PCI in piazza Matteotti |
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Grafici delle principali lotte contadine ed operaie in Terra di Lavoro dal 1943 al 1949 (tratto dalla Tesi di laurea di Andrea Iorio "Le lotte popolari del secondo dopoguerra in Terra di Lavoro" Univ. Federico II di Napoli, 2005) |
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Il progresso di Terra di Lavoro" bimestrale di riflessione politica e cultura, numero zero, con articolo del direttore Raffaele Laurenza |
2 gennaio 1947 lo sciopero generale di tutti i lavoratori della provincia, con manifestazioni a Caserta ed in altri comuni, segna non solo una più ricca articolazione delle lotte delle masse, ma anche l’unificazione del movimento degli occupati e dei disoccupati ed una maggiore capacità delle organizzazioni della sinistra di dirigere la massa eterogenea dei reduci e degli emarginati. |
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Caserta 18 dicembre 1952: Terzo convegno nazionale "Difesa canapicoltura italiana" |
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Tra settembre 1950 e ottobre 1953 a Caserta, si sparava sui lavoratori. «Luigi Noviello, contadino, viene ucciso a Villa Literno; 8 lavoratori feriti; 156 denunciati dei quali 140 arrestati; 82 lavoratori condannati a 20 anni e 10 mesi di carcere; 44 anni e 5 mesi di carcere scontati». Le vittime furono ricordate dalla CGIL nella manifestazione del 1 maggio 1952. Il corteo si apriva con un grosso trattore Ansaldo su cui spiccava un cartello «Vogliamo la produzione di Pace», seguito dai ciclisti con bandierine rosse sui manubri, dalle donne e da un quadro centrale molto grande che riportava la scritta «1 maggio 1952 w la CGIL w la F.S.M Avanti uniti per la Rinascita di Terra di Lavoro». |
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1950 – sezione del Partito Comunista in piazza Matteotti |
Segretari Federazione PCI di Caserta negli anni 50-60 |
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Setificio De Negri a S. Leucio di Caserta: veduta parziale di uno degli ambienti interni del setificio; una giovane lavoratrice ritratta mentre dispone il filato su listelli in legno. |
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L’industrializzazione di Caserta agli inizi degli anni 60 insediavano i loro stabilimenti a Caserta imprese pubbliche e private, nazionali e internazionali, nei settori della metalmeccanica Sit-Siemens (partecipazioni statali) a S.M.C.V, Face Standard (privato) a Maddaloni, GTE ex Autelco (privato) a Marcianise, la Soprefin (partecipazioni statali) Sessa Aurunca, OMC (privato , Officine Fiore (privato), Westhingouse a Vairano Scalo Texas –Instruments (privato); settore chimico Pierrel a Capua (privato), Pozzi vernici a Sparanise, Fabbriche Concimi Cancello, nel settore cemento Moccia a Calvi Risorta, MMM di Casapulla, Cementir a Maddaloni. Secondo i dati forniti dall’ISVEIMER, «nel periodo 1954 – 1962 sono stati finanziati per l’industria circa 60 miliardi di lire, di cui ben 42 nel triennio 60-62». In questa fase, come si è detto, le assunzioni della manodopera erano nominative, sostanzialmente legate a logiche di lottizzazione politica. |
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Lotte nelle zone interne |
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Estate 1973-Inverno 1974. Dura battaglia in difesa dell’occupazione dei braccianti dell’azienda Lauro, Gezov e Cirio, nel territorio della comunità montana a Toteri, una delle tre più importanti aziende zootecniche di Cirio. |
Tali manifestazioni si protrassero per tutto l’anno nella zona alifano-matesina. Nello stesso anno viene occupata la Gezov in seguito al licenziamento di tre impiegati; e inoltre scendono in lotta i 600 operai della Manifattura del Matese (MCM), con il sostegno del Comitato Unitario di lotta per lo sviluppo economico e sociale della zona. |
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Il tema della formazione è stato ritenuto da sempre una priorità dal sindacato. A Caserta la CGIL aveva precedentemente istituito il «Centro Studi Giuseppe di Vittorio», composto da «7 membri compreso il Direttore del centro eletto dalla segreteria della CGIL di Caserta cui si affiancava un membro della Segreteria della CGIL, il Direttore dell’ECAP, un operaio di fabbrica membro del Comitato direttivo del Sindacato, un bracciante». Primo direttore del centro fu il comunista Mimì Ianniello. |
Nel mese di agosto del 1975 nella zona in cui si concentrava un quarto della produzione regionale di pomodoro gli industriali conservieri, con il loro netto rifiuto a ritirare il prodotto, provocarono una dura reazione dei contadini produttori e dell’intera popolazione. I comuni al centro della protesta furono quelli di Villa Literno (dove venne bloccata la stazione), Casal di Principe, Casapesenna e San Cipriano nella zona aversana. |
Convegno PCI per la rinascita della zona interna nel quadro della lotta per il superamento della crisi economica e per una nuova direzione politica del Paese, Documento conclusivo, Piedimonte Matese 19 febbraio 1977. |
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Uno studio condotto dalla Ires CGIL negli anni 80, definiva il casertano «un modello di sviluppo indubbiamente diverso da quello della “terza Italia”. L’area casertana rappresenta un modello di sviluppo dualistico dipendente». Il sistema industriale che si era sviluppato era costituito da «una netta polarizzazione fra grandi e piccole unità. Le prime hanno dato vita a un apparato industriale moderno, anche se dipendente da quello delle aree centrali. Le seconde, invece, occupano buona parte della forza lavoro in attività precarie e marginali, non contribuendo al processo di accumulazione del paese. I due sistemi sono quindi totalmente indipendenti l’uno dall’altro e nel loro complesso danno vita a un apparato produttivo che, in modo diretto o indiretto, ha una dinamica condizionata dal flusso di spesa pubblica che in tali aree viene erogata. |
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Nel 1981 documento della Federazione PCI di Caserta su “crisi e ristrutturazione”, in cui vengono analizzate le profonde trasformazioni in agricoltura. Si complicano le figure sociali. Al centro delle tensioni il rapporto con l’industria e la politica comunitaria. Nuovi assetti fondiari.
Il 30 giugno 1981 Convegno su “Capua e Terra di Lavoro dal fascismo alla repubblica”, con relazioni di G. Capobianco, G. Chianese, A. Lombardi, M. Mandolini, A. Nuvola, P. De Marco, S. Pace e C. Mercogliano.
Tra settembre 1982 e febbraio 1983 la giornalista Rita Palumbo pubblica un dossier su “La camorra a Caserta”. Nello stesso anno su Agricoltura e Società viene pubblicata da Carmine Nardone e la stessa R. Palumbo la ricerca su “Unicoop e ASA (Assessore all’Agricoltura Regione Campania). Cirio un patrimonio da salvare”. |
Relazione del segretario Giuseppe Venditto, il quale diede molto risalto ai pericoli rappresentati dai progressi della criminalità organizzata, sottolineando l’importanza fondamentale della lotta avviata contro la camorra – una vera e propria moderna lotta per la democrazia nel Mezzogiorno. Inoltre venivano denunciate le connessioni tra la criminalità e parti non secondarie di alcuni partiti di governo nelle stesse istituzioni a tutti i livelli. A dire il vero la camorra in quel periodo fece un vero e proprio salto di qualità, inserendosi in gangli vitali dell’economia della provincia, in particolare nei lavori pubblici e negli appalti, nei servizi di tesoreria degli enti locali e nel settore agroalimentare. Vedi il caso più eclatante di S. Cipriano, dove nel 1982 venne eletto sindaco nientemeno che Ernesto Bardellino, fratello del potente boss Antonio. |
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Nei decenni 1980-90 la camorra dominava interi settori economici e filiere produttive (da quella alimentare a quella edile). Imponeva le sue leggi con il taglieggiamento e con la violenza delle armi. In una ricerca pubblicata nel 2007 da Agrorinasce è stata ricostruita l’impressionante escaletion di attentati e ritorsioni: vi furono in quegli anni tra il 1985 e il 2004 ben 646 vittime accertate di morti innocenti per mano della camorra, tra cui 9 minorenni, 21 donne, tanti immigrati e lavoratori, sindacalisti, ma anche imprenditori ed il caso emblematico di don Peppe Diana. In quegli anni le classi politiche locali non reagirono in modo adeguato, anzi ci furono casi clamorosi di collusione e copertura da parte di apparati istituzionali ed organi dello Stato – come quello del vicesindaco di Casal di Principe che organizzava a casa sua gli incontri con i capiclan per la spartizione degli appalti pubblici. |
I segretari di Federazione in Terra di Lavoro 1921-1991 |
CGIL e CdLT Provincia di Caserta |
Congressi della Federazione di Caserta del PCI |
Dirigenti politici e sindacali |
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Manifestazione di lavoratori SitSiemes di Santa Maria Capua Vetere |
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• AA.VV., Economia e sviluppo in una provincia che cambia, Camera di Commercio, Guida, 1996 |
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• G. Capobianco, La costruzione del partito nuovo in una provincia del Sud (1944-1947, coop Editrice Sintesi, 1981 |
• Cimmino C. e Buonanno S., Terra di Lavoro durante l’occupazione nazifascista, in Rivista Storica di Terra di Lavoro, n. 26/27/1990 |
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Andrea Sparaco |
• Gabriella Gribaudi, Terra bruciata, L’Ancora del Mediterraneo, 2003 – A Eboli, Marsilio, 2004 |
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Terra di Lavoro e Capua nella resistenza antifascista |
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"Quegli istanti a ridosso del futuro" dalla riforma agraria alla crisi industriale in Terra di Lavoro Mostra fotografica documentaria - Download del file in PDF |
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Archivio di Stato di Caserta, 27 settembre 2019, 25° anniversario della morte di Giuseppe Capobianco Il pensiero di Giuseppe Capobianco nel suo impegno politico e civile. Scritti selezionati Download del file in PDF |
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PCI cent’anni: Vittorie e sconfitte, fanno parte di un percorso durato 70 anni di Ermisio Mazzocchi |
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Dopo Livorno i comunisti si organizzano anche nel Frusinate di Ermisio Mazzocchi |
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Eravamo comunisti di Umberto Ranieri Rubbettino Editore 2020 |
Vivevamo un singolare intreccio tra il dogma e la ricerca politica"». |
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Dedicato al PCI di Gianfranco Nappi, InfinitiMondi 2020 |
posto di fronte alle rotture dei cambiamenti climatici, della rivoluzione digitale ed elle ondate pandemiche. |
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Livorno 1921, il tormento di una nascita a cura di Rita De Petra e con introduzione di Fabio Vander |
Gianni Solino, Rosso di sera, la Meridiana Edizioni 2022 |
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